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“Evviva Maria ‘Mmaculata!”, la storia di una fede e di un culto che ogni anno si rinnovano a Termini Imerese

di Franco Amodeo, PDG del distretto 108Yb Sicilia

Termini Imerese – Quando, alla fine di novembre, le campane delle chiese di Termini Imerese suonano a festa, il termitano sa bene che è l’Immacolata a chiamare tutti nella casa di Dio perché inizia il novenario solenne. Quello che lega l’Immacolata ed il popolo di Termini è un legame magico, indissolubile, sorretto da una fede infinita, legame che ha sfidato i secoli e che vive e si rinnova come per incanto ogni anno. Tra le città mariane Termini Imerese ha un magnifico privilegio: questa antica città è la prima ad aprire i festeggiamenti; nel pomeriggio del 28 novembre l’Immacolata della Neve lascia la cappella di S. Francesco Saverio e al Santuario della Consolazione si da inizio alla Novena. Il 29 sono le altre due Immacolate, quella di Porta Palermo e quella della Maggior Chiesa, a ricevere il saluto del popolo termitano che canta “Ti salutiamo Vergine colomba tutta pura…”; è ancora la nostra città mariana a chiudere, per ultimo, la sera della domenica successiva all’8 dicembre, i festeggiamenti in onore della Madonna. Il profondo abbraccio di amore e di fede dei termitani per Maria Immacolata risale al lontano 1623, anno in cui ebbe inizio ufficialmente il culto dell’Immacolata a Termini. Testimonianza significativa è la lapide marmorea, collocata all’interno della Chiesa Madre, accanto alla Porta principale che ricorda che “nell’anno 1624 il popolo termitano , in segno perpetuo di devozione, nel giorno stesso della purissima concezione ha fatto voto con solennità e pubblica gioia di difendere l’IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA e di celebrarne la festa e il digiuno nella vigilia”.

Da allora, culto e fede si sono rafforzati tanto da radicarsi profondamente nel cuore di tutti i termitani che, da vicino e da lontano, sentono fortemente il richiamo della “loro” Madonna. Basta dare uno sguardo a questa antica città per capire meglio il legame tra il termitano e la Madonna: qui si trovano, in ben trentacinque vie, altrettante edicole votive mariane; sono otto le chiese dedicate a Maria: Santuario della Madonna della Consolazione, Chiesa Maria S.S. del MonteCarmelo, Maria S.S. dell’ Annunziata, Maria S.S. della Catena, S. Maria della Misericordia, S. Maria della Provvidenza, S. Maria del Gesù, S. Maria di Odigitria. Nove vie sono intitolate alla Madre di Gesù. Le antiche Porte della Città sono “protette” dalle immagini della Madonna: Porta Palermo con la cappella dell’Immacolata, Porta Caccamo con la cappella della Madonna della Vittoria, Porta Baddoma con la cappella della Madre delle Divine Vittorie, Porta Messina con la Cappella della Madonna della Catena, Porta Felice- che si spalanca sul mare- con la cappella della Madre dei Peccatori. Ma la “superprotezione” viene dall’alto: le immagini delle tre Immacolate, che a Dicembre percorrono quasi tutte le vie di Termini in tre momenti diversi- di giorno, di notte, di sera- sono state collocate dai nostri Padri nei punti più “strategici” della Città: l’Immacolata della Maggior Chiesa sul colle più alto, l’Immacolata di Porta Palermo all’ingresso della Porta principale che apre verso il capoluogo della Sicilia, definita da Pio XII “il feudo dell’Immacolata Concezione”, e l’Immacolata della Neve, che guarda l’ampia Porta spalancata sul mare. Ecco perché, il Termitano, ovunque si trovi, si sente protetto dal Manto e soprattutto dallo sguardo della Suprema Patrona della Città. Sguardo che l’accompagna anche in terra lontana: e’ è un filo diretto con gli immigrati negli Stati Uniti e, soprattutto, con quelli del Canada. A Toronto, nella Cappella di Villa Colombo, c’è un simulacro dell’Immacolata voluto da termitani del Canada, c’è anche una Confraternita, c’è una ricorrenza che viene annualmente solennizzata a conferma di un legame profondo di fede, di amore.

In tanti anni sono cambiate tante cose: si racconta del suggestivo viaggio di notte alla luce di “busi” con “a Maronna nica”, che continua a percorrere di notte ogni anno, tra canti e preghiere, le vie della Città, della processione dell’Immacolata di Porta Palermo, “a Madonna ri sira”, con laC U luce dei “coppi” e, a mezzogiorno, della “Maronna Granni”, portata a spalla dai marinai nella Città bassa. Si racconta ancora dell’ “oro della Madonna” e della lunga battaglia per l’esposizione degli ex-voto, si racconta dei vecchi percorsi, del monumento al porto, in occasione del centenario (1984)della costituzione della Confraternita della Maggior Chiesa. Si racconta dei grandi predicatori; si racconta ancora del vestito nuovo da indossare il giorno dell’Immacolata, perché al cospetto della Madonna ci si doveva presentare con l’abito più bello. La realtà della Città oggi è cambiata e si è dato vita a nuovi percorsi, ma il popolo dell’Immacolata è sempre presente, ai piedi di quelle immagini stupende, ad invocarle e a cantare con devozione “Mira il tuo popolo, ‘O Bella Signora”.

Potranno cambiare percorsi, potrà rimanere l’oro degli ex-voto nel forziere della banca, potranno esserci fatti innovativi, ma il popolo dell’Immacolata è sempre lì, in Piazza, ad attendere l’abbraccio della “sua” Madonna. E al grido, che continuerà a levarsi alto e possente: “Eh chiamamela ca n’aiuta!”, risponderà sempre un coro che esplode come un grande tuono che si sprigiona dal cuore ed invade il cielo di Termini: “Evviva Maria Mmaculata!”.

 

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