di Margherita Costa
Nell’ottica della valorizzazione dei prodotti siciliani di eccellenza, al Beauty Garden di Biancavilla si è tenuto un interessante incontro sul tema “Grani antichi siciliani: recupero e valorizzazione”, organizzato dal Lions Club Adrano-Bronte-Biancavilla.
L’incontro è stato moderato da Antonio Muratore, cerimoniere del Club, docente di scienza e cultura dell’alimentazione presso l’istituto IPSSAT “Rocco Chinnici” di S. M. di Licodia.
Sono intervenuti in qualità di esperti del settore Alfio Spina, dirigente di ricerca del CREA-Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali Acireale, e Claudio Leocata, presidente di Ristoworld Italy.
Il frumento, che, dopo il riso, rappresenta la principale fonte alimentare dell’umanità, ha avuto origine nella mezzaluna fertile in Mesopotamia, dove venne consideratoun dono degli dei. Da allora, ha subito nel tempo varie trasformazioni, adeguandosi alle necessità dell’uomo e arrivando alle ultime varietà più produttive e predilette dall’industria, che però, avendo una maglia glutinica molto resistente, provocano l’emergere di forme sempre più diffuse di intolleranza al glutine, a differenza dei “grani antichi siciliani” che sono più digeribili.
I relatori precisano che i grani antichi siciliani rappresentano una parte importante del patrimonio agricolo e culturale della Sicilia. Negli ultimi anni c’è stato un crescente interesse per il recupero e la valorizzazione delle numerose varietà tradizionali, che offrono non solo un sapore unico, ma anche benefici per la biodiversità e la sostenibilità. La coltivazione intensiva dei cereali ha moltiplicato le rese delle colture ma ha gravato il bilancio delle aziende agricole di alti costi di produzione per l’acquisto di sementi brevettate, fertilizzanti chimici, diserbanti, e ha avuto gravi conseguenze sull’ambiente, nel quale ha prodotto drammatici squilibri, primo fra tutti l’impoverimento di sostanza organica nel terreno.
Il recupero di questi grani implica la riscoperta di varietà come il “Tumminia”, il “Perciasacchi” e il “Margherito” che rischiavano di scomparire. Recuperare le varietà locali a rischio scomparsa, tutelare l’agroambiente con pratiche colturali biologiche, ridare valore alle produzioni per le loro qualità nutrizionali riassaporando il gusto sano di un tempo, sono le principali ragioni che hanno indotto tantissimi cerealicoltori a impegnarsi per una coraggiosa alternativa ecosostenibile. La valorizzazione avviene attraverso pratiche agricole sostenibili, la promozione di prodotti locali e l’educazione dei consumatori sui benefici di questi grani. Molti produttori siciliani stanno iniziando a utilizzare questi grani per creare prodotti artigianali come pane, pasta e dolci, che non solo esaltano il sapore autentico, ma raccontano anche la storia e la tradizione della Sicilia. E’ una scelta che aiuta a preservare la biodiversità e sostiene anche l’economia locale. Si rileva l’importanza della formazione professionale per ottimizzare l’uso delle varietà di grani antichi e tutelare i consumatori. Il presidente Lions Gaetano Allegra, rilevando l’importanza della promozione di alimenti legati al territorio e che sono espressione di una cultura millenaria, promuove un’alimentazione sana e consapevole, illustrando come insorgano e si sviluppino le patologie intestinali dopo l’assunzione di cibi con un alto indice di resistenza glutinica. Presenti il segretario del distretto 108Yb Sicilia Salvuccio Furnari, la presidente della zona 17 Grazia Liotta, numerosi soci del club, che hanno concluso l’evento con una gradita degustazione di dolci preparati con le farine di grani antichi offerte dal proprietario del ”Molino Crisafulli” di Caltagirone Gaetano Sammartino.#lionssicilia#adrano#biancavilla#bronte#caltagirone