La morte di Papa Francesco arriva nell’Anno Santo del Giubileo e nel secondo giorno delle festività pasquali, il lunedì dell’Angelo. Un ultimo saluto ai fedeli, nonostante le precarie condizioni di salute, e il Pastore della cristianità muore, proprio il giorno dopo la Resurrezione di Cristo. Per i cristiani l’addio di Papa Francesco si trasforma in un messaggio di rinascita. Per tutti, credenti e non, rimarrà la sua testimonianza di difensore della Pace e degli ultimi. Ai giornalisti rimane il suo monito, nell’udienza del 25 gennaio per il Giubileo della Comunicazione, ad assolvere un compito ineludibile: raccontare la verità e la speranza.
Oggi raccogliamo la riflessione del segretario nazionale UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) e capo redattore di “Lions Sicilia” Salvatore Di Salvo, :
«Sentiamo il peso e l’onore di aver vissuto sotto il suo magistero un’epoca in cui la comunicazione ha ritrovato il suo cuore evangelico: parole semplici, vere, mai vuote. Francesco ci ha insegnato che comunicare non è riempire spazi, ma costruire ponti. È ascoltare prima di parlare. È servire la verità, anche quando è scomoda. È dare voce a chi non ce l’ha. Nel suo modo di parlare – diretto, sincero, umano – abbiamo ritrovato lo stile del Vangelo. Ci ha invitati, nel momento in un narriamo i fatti ad essere veri e testimoni credibili». Lo ha detto il segretario nazionale dell’ Ucsi Salvatore Di Salvo, per ricordare Papa Francesco. «Il Papa ci ha indicato la strada, di essere veri, di capovolgere l’ ordine delle notizie. La comunicazione è sempre stata uno dei tratti distintivi del Pontificato di Papa Francesco. Fin dall’ inizio del suo cammino da guida della Chiesa ha saputo raccontare episodi realmente vissuti che toccano le corde più profonde della contemporaneità e dell’uomo. Ha saputo essere accanto ai fratelli e sorelle. Ci ha chiesto sempre di ascoltare gli scarti dell’umanità».#lionssicilia#PapaFrancesco
